Cor ardens in via amoris. Percorsi di riflessione sull’amore cristiano lungo i “Cammini di Leuca” – Diocesi Ugento Santa Maria di Leuca

 
 

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Il matrimonio è percepito oggi quasi come una realtà immobile, paralizzata com’è dai dogmi cattolici dell’unicità e dell’indissolubilità. In un mondo sempre più in divenire il cui paradigma è quello della liquidità, anche dei legami, in un contesto in cui viene esaltata la flessibilità, il matrimonio appare l’ultimo baluardo da abbattere per eliminare ogni ricordo di una società tradizionale che non ha più senso di esistere in questo albore del terzo millennio. 

Eppure il matrimonio ha dimostrato di essere un’istituzione resiliente e, più che una realtà immobile, è un «cammino dinamico di crescita e di realizzazione» (Amoris laetitia, 37), capace di assorbire gli urti dei cambiamenti e di ripensarsi e ricostruirsi creativamente, senza perdere mai la propria identità. 

I segni di crisi sono evidenti e non possono essere certamente ignorati; i due Sinodi sulla famiglia indetti da Papa Francesco li hanno messi in evidenza e l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia li ha registrati. R. Guardini, già nella prima metà del secolo scorso, scriveva che «secondo le più diverse prospettive, v’è oggi una tendenza a mettere in discussione la famiglia, anzi a dissolverla». Non è sostenibile, però, solo una via apologetica, quasi che il matrimonio fosse una realtà in via di estinzione; ancora oggi «la coppia che ama e genera la vita è la vera “scultura” vivente, capace di manifestare il Dio creatore e salvatore» (Amoris laetitia, 11). 

In tale contesto, è necessario far riscoprire alle coppie cristiane che il matrimonio è «un interpellante mosaico formato da tante realtà diverse» (Amoris laetitia, 57), tutte in grado di annunciare, anche in questo tempo che pare così difficile, la novità, la freschezza e la bellezza del Vangelo della famiglia. 

Papa Francesco, nell’esortazione Gaudete et exsultate, afferma che «per un cristiano non è possibile pensare alla propria missione sulla terra senza concepirla come un cammino di santità, perché “questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione” (1 Ts 4,3)»; e se questo è vero per il singolo cristiano, lo è ancor di più per le donne e gli uomini che decidono di accostarsi l’una all’altro e di percorrere, «nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia», tutta una vita insieme. 

Quella del cammino è l’icona che, più di ogni altra, può essere simbolo della vita matrimoniale. Per sua natura, la strada è foriera di notevoli analogie con la vita; la stessa vita matrimoniale è paragonata spesso ad un sentiero. E questo ci suggerisce due piste di riflessione. 

1. La strada ci chiede di essere. Per sua natura, ogni sentiero anzitutto chiede di collocarci in una dimensione spazio-tempo ben precisa e incardinata, aperta al futuro e alimentata dalla speranza, ma senza fughe dal mondo contemporaneo, segnato talvolta anche da fallimenti e fatica. 

2. La strada “diviene”. Essa ci insegna che solo mettendosi in cammino è possibile fare esperienza; è chiaro che la spiritualità della strada si apre anche alla dimensione escatologica di un dopo e di un oltre che ha radice proprio nella logica del cammino che desidera raggiungere i confini e superarli. 

Anche la vita di coppia può essere compresa in questa duplice dimensione del cammino: “essere” e “divenire”; la coppia cristiana necessità di camminare per essere collocata nel “qui ed ora” ed essere aperta alla vita, testimoniando a pieno titolo la speranza, pur nella fatica e nel limite. Il cammino di coppia “diviene” perché esprime che la propria identità presente è realtà-simbolo del mistero grande di Cristo e della Chiesa (cf. Ef 5,32). 

Partendo da queste considerazioni, di concerto con l’Ufficio diocesano di Pastorale del Turismo, Sport e Tempo Libero, con la collaborazione del Parco Culturale Ecclesiale “De Finibus Terrae”, l’Ufficio diocesano di Pastorale per la Famiglia propone «Cor ardens in via amoris». Si tratta di itinerari fisico-esistenziali che coinvolgono coppie di fidanzati (anche in preparazione al matrimonio), coppie di sposati e, nella logica della “legge della gradualità”, anche conviventi e sposati civilmente, che si mettono in cammino per riflettere sulla vita di coppia e sul matrimonio secondo il Magistero della Chiesa. 

L’icona biblica che fa da sfondo a questa esperienza è quella dei discepoli di Emmaus: 

  • le coppie di giovani fidanzati e di sposi, lungo la via, accompagnati dal Maestro, si lasciano illuminare dalla bellezza del Vangelo della famiglia. 
  • Le coppie di conviventi e risposati, come i discepoli di Emmaus, talvolta disillusi dalle proprie esperienze, lasciano che il divino viandante Gesù riaccenda nel proprio cuore il fuoco della fede per riprendere, nella logica della legge della gradualità, il cammino di integrazione e comunione con la comunità ecclesiale (cf. Amoris laetitia, 291-300). 

I Percorsi di riflessione si svolgeranno tra maggio e ottobre, in alcuni sabati e domeniche o nell’intero week end (calendario allegato), percorrendo i sentieri dei «Cammini di Leuca» al fine di riscoprire anche la bellezza del territorio e vivere una esperienza immersiva che coinvolga le persone in tutte le loro dimensioni, anche sensoriali. 

I Percorsi di riflessione saranno divisi in due moduli; il primo – Percorsi di riflessione sull’amore cristiano lungo i «Cammini di Leuca» – avrà come obiettivo la riscoperta dell’amore di coppia e il suo naturale compimento nel matrimonio. Per i giovani in cammino verso il matrimonio, il percorso vale come frequenza per l’itinerario di 

formazione al matrimonio (corso prematrimoniale). Il secondo modulo – Percorsi di riflessione sulla spiritualità coniugale lungo i «Cammini di Leuca» – per chi ha già un cammino di fede in coppia più maturo, avrà come oggetto la spiritualità coniugale. 

Tali Percorsi educano le coppie a vivere la propria missione di sposi anche creando legami di fraternità con altre coppie che vivono situazioni di vita differenti; il confronto tra esse, il contatto con il creato e il territorio non può che edificare un sodalizio di fraternità e di amicizia sociale che arricchisce il cammino di tutti. 

Il Direttore 
Don Pierluigi Nicolardi

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