Educazione e spiritualità ecologica – Pastorale Sociale

 
 

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La 49esima Settimana sociale dei cattolici italiani, svoltasi a Taranto dal 21 al 24 ottobre scorso, è un punto di svolta della Chiesa italiana. Le grandi questioni della sostenibilità, della transizione ecologica, dell’economia circolare, della ecologia integrale, da temi per pochi addetti ai lavori devono diventare patrimonio di tanti. Abbiamo preso coscienza che la costruzione “pianeta che speriamo” non può più attendere. “Non abbiamo più tempo!”, ha affermato Mons. Filippo Santoro, vescovo di Taranto, a conclusione della tre-giorni della Chiesa italiana. La direzione è segnata e su questa strada non possiamo rallentare il passo.

A Taranto la discussione sulle grandi questioni che affliggono il pianeta si è sviluppata con modalità sinodali, chiamando le cose per nome e rifuggendo dalla semplice petizione di principi. La cura dei mali della Terra e del nostro Paese, dall’Ilva di Taranto, con l’inaccettabile ricatto tra diritto alla salute e diritto al lavoro, alla Terra dei fuochi, con il dramma degli sversamenti illegali e dei roghi dei rifiuti, all’emergenza PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) in Veneto, fino all’agonia dell’Amazzonia, esigono un pensiero globale ed azioni locali non più rinviabili. Non c’è più tempo da perdere! La Conferenza Mondiale COP26 che ha riunito a Glasgow tutti i governi della Terra, pochi giorni dopo l’evento di Taranto, ha in larga parte deluso le aspettative. Ma non si deve demordere. La strada è segnata e sembrerebbe in parte attenuato almeno il “negazionismo” di alcune potenze mondiali. Certamente, vi è una scala di responsabilità. Le responsabilità dei governi a tutti i livelli sono ben più grandi di quelle dei singoli cittadini, delle famiglie e delle organizzazioni della cittadinanza attiva. Ma, accogliere la sfida della conversione ecologica e della ecologia integrale, comporta che, come sollecita papa Francesco, che ognuno debba chiedersi: Cosa posso fare io – politico, ricercatore, educatore, imprenditore, lavoratore – per rigenerare un futuro di speranza, curare le ferite della Terra e custodire il Creato?

“Se l’educazione alla custodia del Creato non entra nei cammini ordinari di educazione alla fede (predicazione e catechesi), di fatto non passerà”. Su “Educazione e spiritualità ecologica”, nel contesto di una terra gravemente ferita da disastri ambientali come è la “terra dei fuochi”, porterà la sua riflessione e testimonianza S.E. Mons. Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra e Presidente della Conferenza Episcopale Campana, giovedì 27 gennaio prossimo, nella parrocchia S. Cuore di Gesù di Molfetta. Una opportunità da cogliere per tradurre in percorso diocesano il messaggio della Settimana sociale di Taranto.

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clic qui per l’articolo sul sito della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi