La fede è cammino – Diocesi di Andria

 
 

 

Letture:
Ab 1,2-3; 3 ,2-4
Sal 94
2 Tm 1,6-8.13-14
Lc 17,5-10

La Parola di Dio che abbiamo ascoltato la possiamo riassumere in quell’invocazione che nella pagina evangelica gli apostoli hanno presentato al Signore: “Signore, aumenta la nostra fede”. La fede è un dono di Dio, questo lo sappiamo. Ma è anche vero che la fede non è mai un risultato raggiunto, non è mai una cosa che possiamo mettere in tasca e dire: “Ce l’ho!”. La fede è cammino, la fede è conquista, è fatica, la fede talvolta è sconfitta. Ecco allora l’invocazione: “Aumenta la nostra fede”!

Sì, perché la fede molto spesso affronta situazioni nella quali è messa a dura prova. Prendiamo per esempio la prima lettura: il profeta osserva la storia che lo circonda e fa una constatazione molto amara: c’è violenza, imbroglio, c’è oppressione, i poveri vengono calpestati, il popolo di Dio viene insultato nella sua dignità da popoli più forti e più potenti; tutto sembra andare a rotoli e il profeta, guardando tutto questo, dice: “Signore, ma tu dove stai? Perché dormi? Perché stai a guardare? Perché non intervieni, non fai qualcosa?”.

Ecco, la fede molto spesso è messa a dura prova; penso che quello che dice il profeta lo possiamo dire anche noi e lo diciamo chissà quante volte, quando vediamo che le cose non vanno come vogliamo, quando beviamo il calice amaro della delusione, della stanchezza, della sconfitta, quando vediamo intorno a noi tanta violenza, tanta oppressione, e diciamo anche noi: “Ma Dio, tu dove stai? Perché taci?”. Il silenzio di Dio certe volte ci fa star male. Qualche decennio fa un grande teologo, di fronte alla terribile pagina della storia dei campi di concentramento e di sterminio, diceva: “Dio dov’era in quel momento? Perché ha lasciato fare?” e quello che è accaduto alcuni decenni fa capita tutti i giorni. Violenze inaudite che si fanno e succedono e le sentiamo, sui bambini, sui piccoli, perversioni a tutti i livelli… E Dio dov’è? Ma perché tace? Perché sembra essere assente? La fede è messa a dura prova.

Certo, Dio fa giustizia. Noi pretendiamo di vedere la giustizia qui; qualche volta succede, purtroppo il più delle volte no. Ma Dio farà giustizia, perché la vita non è soltanto quella che noi viviamo qui sulla terra: chi cinquant’anni, chi sessanta, chi novanta, chi venti, chi diciotto. La vita non è tutta qui, questo è semplicemente l’inizio, è come la punta di un iceberg. C’è un qualcosa che esce fuori e che già è grande ma il grosso è sotto; così è la nostra vita: quegli anni che ci è donato di vivere sono una piccola parte; la vita è quella piena, quella eterna. E allora dice Dio: “Voi Siate saldi, radicati in me, perché Dio fa giustizia.

Allora, secondo questa prima lettura, che cos’è la fede? La fede è un rimanere attaccati a Dio sempre e comunque, anche nei momenti in cui le tempeste delle prove ci abbattono, la fede è un restare tenacemente, direi, caparbiamente aggrappati a Dio come alla nostra roccia e non deflettere mai, nella certezza che Dio non delude, forse non risponde adesso, non importa, ma la risposta arriva, è scritto, è segnato. E di fronte a questa immagine della fede, certo che abbiamo bisogno di dire: “Signore, aumenta la nostra fede”, perché quante volte la nostra fede vacilla e quando vacilla la fede ci convinciamo che Dio non c’è, oppure che è assente e facciamo di testa nostra, dicendo: “Be, visto che non le aggiusta lui le cose, le aggiusto io: prendo una pistola e sparo; mi faccio giustizia da solo. Visto che Dio dorme”. E questa tentazione è terribile, ce la sentiamo sotto la pelle tutti quanti e tante volte ci cadiamo. E c’è la violenza delle parole e c’è la violenza dei gesti e c’è qualche volta la violenza pure del silenzio, perché si dovrebbe parlare e non si parla quando è il momento; prendiamo noi il posto di Dio, visto che Dio non fa niente, facciamo noi e facciamo peggio, perché combiniamo ancora più guai e allora ci avverte Gesù nel Vangelo: “Siete servi inutili. Quando avete fatto tutto quello che dovete fare, ricordate che siete servi inutili”, cioè il mondo non lo avete salvato voi, non lo salvate voi, lo ha salvato Gesù dalla croce e allora non pensate di saperne di più di Dio, questa pretesa è terribile, è spaventosa, voi non siete dei padreterni, siete servi inutili; state al posto vostro, fidatevi di Dio, sappiate aspettare. Piuttosto – dice Gesù – la fede quando è piccola ma è veramente fede già farebbe cose straordinarie: “Se aveste fede quanto un granellino di senapa, voi direste a questo gelso – è un albero, si vede che stavano vicino agli alberi, quando disse così – voi direste a questo gelso: “Sradicati di qua e vai nel mare” e quello lo farebbe”. Noi diremmo: “Esagerato! Gesù scherzava”. Non scherza Gesù; fa degli esempi estremi per scuoterci. Un’altra volta, in un altro brano del Vangelo, un altro evangelista riporta una parola in più: “…diresti a questo monte: “Spostati”, e il monte si sposterebbe”.

Dunque si tratta di spostare le montagne, si tratta di sradicare gli alberi, che cos’è la fede? Proviamo a pensare: gli alberi da sradicare sono proprio i nostri difetti, proprio le nostre inclinazioni al male e quante volte diciamo: “Ma ho tentato mille volte, non ci riesco. Sono fatto così, che vuole da me il Signore!”. No, non è vero. Se avessi fede quanto un granellino di senape, tu cambi, eccome che cambi! Non hai sufficiente fede, perché pensi di fare tutto da solo e non vuoi pregare e non vuoi rivolgerti a Dio con umiltà, non vuoi abbassare la testa, vuoi pensare di farcela da solo. Le montagne da spostare a volte siamo noi quando assumiamo certe posizioni di orgoglio, di presunzione.

Aumenta la nostra fede! Guai a pensare che noi siamo gente che sulla fede abbiamo risolto tutto; noi non abbiamo risolto un bel niente, perché sono proprio questi episodi, questi fatti, che ci capitano tutti i giorni, che sono il segnale che non c’è fede. E non ci illudiamo perché la fede non si misura dalla partecipazione a determinati gesti che fanno parte ormai più della tradizione che di altro: tutti battezzano i bambini, in chiesa, tutti si sposano in chiesa, tutti quando arriva l’ultimo momento portano i loro cari in chiesa. Ma basta questo per dire che c’è la fede? No! La fede è alberi che si sradicano, montagne che si spostano, è una vita che cambia. E se non cambia vuol dire che non ci crediamo ancora abbastanza, vuol dire che siamo ancora pieni di orgoglio, pretendiamo di prendere il posto di Dio e i risultati sono sotto i nostri occhi. Allora, nel celebrare questa santa Eucaristia, portiamoci nel cuore questo messaggio, quest’invocazione, questo sospiro dell’anima: “Signore aumenta la nostra fede”. Ne abbiamo veramente bisogno!


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