La guerra e il cammino di pace dei giovani – Diocesi Ugento Santa Maria di Leuca

 
 

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Con lo scorrere dei giorni, le vicende riguardanti la guerra in Ucraina sono passate in secondo piano. La guerra continua e la pace rimane ancora un miraggio. Per questo numerosi giovani si sono messi in cammino sulle vie della pace. Mentre le cronache si soffermano a parlare di eventi artistici e musicali che interessano le nuove generazioni e mentre la questione dell’apertura e della chiusura della movida serale e notturna tiene banco nel dibattito pubblico, ci sono altre esperienze giovanili meno reclamizzate che mostrano l’altra faccia del variegato “universo dei giovani”.
Lo scorso 6 agosto circa dodicimila giovani si sono riuniti nella Cattedrale di Compostela dopo aver percorso il famoso cammino jacobeo secondo undici diversi itinerari. Nessuno si aspettava un numero così rilevante di giovani provenienti da tutta Europa, se si considera che la precedente edizione del 2010 aveva radunato circa ottomila giovani. Questa volta la risposta all’appuntamento dell’Anno santo jacobeo, che si tiene nella città spagnola di Santiago di Compostela quando il 25 luglio cade di domenica, è stata al di là di ogni attesa. In realtà, la coincidenza si è verificata lo scorso anno, ma l’evento è stato prorogato di dodici mesi per volere di Papa Francesco a causa della pandemia che ne impediva la realizzazione. Nel suo messaggio, egli ha posto l’accento sulla necessità dell’educazione alla pace e ha esortato i giovani «ad essere studiosi di pace affinché, con le parole e con i fatti, i popoli che camminano nelle tenebre vedano la luce, gioiscano di letizia, si rallegrino dell’incontro con Colui che rafforza i regni e li consolida con la giustizia e il diritto».

Un’esperienza analoga si svolge nel cuore del mese di agosto nel Capo di Leuca. Dal 9 al 14 agosto 2022, è in corso il meeting internazionale denominato “Carta di Leuca”, giunto ormai alla settima edizione, ispirato all’insegnamento della Chiesa sulla pace e alla testimonianza e agli scritti di don Tonino Bello. Quest’anno avrà come tema: “Le giuste vie della pace” (“The right ways of peace”) e vedrà la partecipazione di giovani italiani e di giovani provenienti dall’Albania, Cipro, Portogallo, Romania, Ungheria, Ucraina, Nigeria, Egitto, Grecia, Svezia e da altre nazionalità dei Paesi dell’Africa. Cinque provengono dalla martoriata Ucraina. Il meeting si pone come obiettivo la definizione delle caratteristiche di una nuova generazione mediterranea che fa del diritto alla pace il suo pilastro fondamentale. La protezione del pianeta e il contrasto dei cambiamenti climatici sono la prima preoccupazione per i giovani di oggi, e durante la “Carta di Leuca” i giovani del Mediterraneo avranno la possibilità di tessere reti di collaborazioni tra loro e con le organizzazioni disponibili a sostenerne le iniziative.
La guerra che si combatte in Europa e in altre parti del mondo esige che si alzi con più forza la voce degli operatori di pace. Vale anche nel nostro tempo il monito lanciato nel 1977 da san Paolo VI: «Non è un sogno la pace, non è un’utopia, non è un’illusione», benché la sua costruzione implichi un compito «molto difficile e molto lungo». In precedenza san Giovanni XXIII aveva richiamato i quattro pilastri che sorreggono l’edificio della pace: verità, giustizia, amore e libertà. Non si tratta di una semplice elencazione di vaghi principi, ma del riferimento a valori universali capaci di ispirare decisioni e azioni valide per tutti gli uomini.
Il meeting “Carta di Leuca 2022” propone quattro verbi: pensare, progettare, parlare, proporre la pace. L’impegno per la pace, infatti, deve ispirarsi a un’idea di pace sufficientemente profonda e persuasiva per far leva sulle aspirazioni umane e motivare le azioni conseguenti. La costruzione della pace si attua mediante il metodo della nonviolenza attiva, quale elemento necessario per limitare l’uso della forza. Occorre poi parlare di pace e proporre una prassi di pace fondata su valori universalmente riconosciuti e condivisi.

Il cantiere della pace è aperto a tutti, non solo ai giovani. Quando san Giovanni Paolo II ha lanciato lo slogan “la pace e i giovani camminano insieme”, non era né per lusingarli né per incitarli a un’impresa solitaria, ma semplicemente per ribadire che l’aspirazione alla pace si trova nel cuore di pellegrini capaci di lanciare un grido vibrante per mobilitare le coscienze di tutti. La pace è un “valore senza frontiere” ed è un bene indivisibile che assume nomi sempre nuovi: sviluppo, salvaguardia dell’ambiente, liberazione, questione sociale, solidarietà internazionale, difesa dei diritti dell’uomo. Tutto si tiene e tutto è connesso.

Mettendosi in ascolto della voce profetica di don Tonino Bello, i giovani rifletteranno sulla pace come germoglio di giustizia e cura di un popolo. La giustizia e la cura sono l’altezza e la profondità della pace, tessuta nella vita quotidiana, nelle piccole trame delle storie feriali, dove il restare giusti vale più di ogni altro bene e il prendersi cura vale più di offerte di felicità a basso prezzo.

Articolo in “Nuovo Quotidiano di Puglia- Lecce”, mercoledì, 10 agosto 2022, p. 1 e 27.

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