La situazione italiana dopo l’elezione del presidente della Repubblica. – Diocesi Ugento Santa Maria di Leuca

 
 

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Analisi politica di Mons. Vito Angiuli.
Intervista di Francesco Schiavano, 30 gennaio 2022.

Eccellenza, il Card. Bassetti, Presidente della CEI, ha espresso parole di gratitudine al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per aver accetto il secondo incarico. 

«Credo che il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, abbia interpretato i sentimenti di tutta la Chiesa Italiana, direi di tutto il popolo italiano. Ha dato atto al Presidente Mattarella della verità delle parole che egli stesso aveva pronunciato dopo la comunicazione della sua rielezione da parte dei Presidenti della Camera e del Senato. Ciò che lo ha spinto ad accettare è lo spirito di servizio, mettendo in secondo piano i suoi progetti personali ed anche la sua volontà di non essere rieletto, manifestata in tanti modi e numerose volte. Si deve ammirare la sua disponibilità ad accettare un gravoso compito e ad una missione particolarmente impegnativa alla quale non si è sottratto nonostante la consapevolezza delle difficoltà a cui va incontro, visto che siamo in un momento particolarmente difficile. Questo stile rivela la sua personalità, educata secondo i valori cristiani, incarnati nei precedenti compiti e che, in questa circostanza, si sono espressi ad alto livello. Non c’è che da ringraziare e da ammirare».

Oggi vi è una crisi della politica. Essa non ha dato una bella immagine. Il politico deve avere lungimiranza e senso di responsabilità. Lei rappresenta l’istituzione ecclesiale. A suo giudizio cosa manca alla politica italiana?

«Intanto direi che bisogna fare una analisi più ampia e non soltanto in riferimento a questo particolare momento della vita politica. Da tempo, la crisi della politica è sotto gli occhi di tutti. Essa è collegata ai profondi cambiamenti che stiamo vivendo. Bisogna considerare che non si tratta solo di una difficoltà della società italiana, perché la crisi attraversa anche altri Paesi. Stiamo assistendo a una trasformazione radicale. Il Papa parla di cambiamento di paradigma di civiltà. In questo cotesto, la crisi italiana presenta caratteristiche particolari. Direi soprattutto che manca una “visione condivisa”. C’è troppa esposizione mediatica e un eccesivo uso del linguaggio dei social. In precedenza i partiti erano portatoti di una visione complessiva che poi i diversi attori cercavano di incarnare, anche in seguito a un dibattito profondo di visione della società e del futuro. Oggi, si è troppo radicati sulle problematiche della attualità e spesso si scade in un linguaggio, oltre che in contenuti di rilevanza immediata senza indicare una prospettiva di lungo corso».

Alcuni politici preferiscono ostentare pubblicamente il riferimento ai simboli religiosi. Quale è il rapporto che si deve instaurare tra religione e politica?

«La politica come “instrumentum regni” è una tentazione sempre presente. Nel tempo, capita di assistere a tentativi di utilizzare la religione per scopi politici. Occorre ribadire che la prospettiva di fondo del cristianesimo è la distinzione dei ruoli e la collaborazione tra la religione e la politica. Bisogna evitare qualsiasi tipo di commistione e di separazione. La religione ha come sua principale finalità consentire l’incontro con Dio, senza però astrarsi dalla realtà. Come mostra la Chiesa Italiana, bisogna anche interessarsi dei problemi sociali. Lei pensi che nella nostra Diocesi stiamo affrontando i problemi del microcredito, dell’usura, della difficoltà di molte famiglie a far fronte alle necessità più urgenti. La Chiesa cerca di dare il suo contributo e il suo aiuto per la soluzione di queste piaghe sociali. La regola d’oro del rapporto tra religione e politica rimane quella della distinzione, non della separazione, insieme a forme di collaborazione con le autorità civile e gli altri attori della vita sociale e civile».

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