La Cattedrale di Molfetta è diventata il cuore pulsante di un’esperienza unica e toccante, con il concerto “Tasselli di Pace” che ha visto la partecipazione del celebre cantante Al Bano Carrisi. L’evento, promosso dall’Associazione “L’isola che non c’è” di Latiano e organizzato dalla Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, ha riunito una folla calorosa, creando un momento indimenticabile di musica, preghiera e impegno per la pace.

La Cattedrale, gremita di persone provenienti da diverse città della regione, ha visto la partecipazione dell’ambasciatore Giorgio Starace, già ambasciatore italiano a Mosca sino al primo dicembre scorso, il console del consolato onorario della Repubblica di Moldovia in Bari Domenico de Candia, l’arcivescovo emerito di Taranto S.E. Mons. Giuseppe Santoro e il vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi S. E. Mons. Cornacchia, Il consiglio amministrativo, i soci e i simpatizzanti dell’Associazione “L’isola che non c’è”. La presenza di Trifone Bello, fratello del Venerabile don Tonino Bello, dei parenti, dell’UNITALSI sezione di Molfetta, degli ospiti e degli operatori della C.A.S.A don Tonino di Ruvo ha contribuito a rendere l’atmosfera ancora più ricca di significato e solidarietà.

Ph. Giuseppe Clemente

Al Bano Carrisi ha guidato la serata alternando magistralmente esecuzioni musicali dei suoi brani più amati con letture toccanti del Venerabile Antonio Bello e del Pontefice Papa Francesco. La musica e la preghiera si sono fuse in un abbraccio empatico, chiedendo il dono della pace per i territori colpiti dalla guerra, seguendo l’ispirazione delle missioni di pace compiute a Kiev e a Mosca dalla delegazione dell’Associazione “L’isola che non c’è”.

L’esterno della Cattedrale è stato animato da un maxi schermo che ha permesso a chiunque fosse impossibilitato ad accedere all’interno di seguire l’evento, diffondendo il messaggio di pace oltre i confini fisici della struttura sacra.

Il concerto “Tasselli di Pace” con Al Bano Carrisi si è rivelato un successo, dimostrando che la musica e la preghiera possono essere strumenti potenti per promuovere la pace e la riconciliazione. L’evento ha sicuramente lasciato un’impronta profonda nei cuori di coloro che vi hanno partecipato, contribuendo a tessere nuovi tasselli per un mondo più armonioso e solidale.