Incontro natalizio dell’arcivescovo Franco Moscone con autorità civili e militari.

 
 

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Padre Franco Moscone, arcivescovo della Diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, come da tradizione, ha incontrato questa mattina le autorità civili e militari, rivolgendo loro un messaggio di auguri in occasione delle feste natalizie. Un messaggio che si configura come uno stimolo per rafforzare l’impegno comune al servizio del popolo e del territorio garganico.

Padre Franco ha ricordato che il Natale rappresenta un richiamo universale a combattere per il bene comune, la giustizia, la solidarietà e la pace, come indicato anche dall’enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco. Ciò avviene in un mondo segnato da cambiamenti e stravolgimenti, dalla pandemia alle guerre in Europa e in Medio Oriente. Il Gargano, con la sua storia, la sua spiritualità e i suoi Santi, è chiamato ad essere un faro di pace per il mondo. Eventi come “LiberiAmo Manfredonia” e “Il Poliedro della Pace” hanno dimostrato l’animo genuino del popolo garganico nel manifestare il bisogno di legalità e libertà autentica. La difesa dell’ambiente, la promozione del lavoro e la lotta contro l’illegalità si confermano fondamentali per lo sviluppo del Gargano e il Vescovo ne ha sottolineato l’importanza, invitando le istituzioni a collaborare per un futuro generativo e solidale, citando le parole profetiche di don Tonino Bello.

Il messaggio si conclude con un appello alla necessità di una “Migliore Politica” per lo sviluppo sostenibile del Gargano. Padre Franco augura un sereno e significativo Natale, invitando tutti ad unirsi nel cercare risposte e a fare di più per costruire un futuro radiante per il popolo e il territorio del Gargano.

** Qui di seguito il messaggio integrale.

MESSAGGIO alle AUTORITA’ Civili e Militari ed ai rappresentanti delle Istituzioni per il NATALE 2023

Pregiatissime Autorità civili e militari e rappresentanti delle Istituzioni,

sono contento di poter incontrarvi e salutarvi per il tradizionale scambio di auguri natalizi: è motivo per rafforzare tra di noi l’impegno ad essere a servizio del nostro popolo e territorio. Territorio e popolo che hanno bisogno di una stretta e solidale collaborazione tra tutte le Istituzioni che li abitano. La Chiesa non intende tirarsi in dietro, ma fare la sua parte di animazione dei valori fondamentali, di ruolo educativo attraverso la sua testimonianza e annuncio evangelico e di coesione stimolando alla giustizia sociale e collaborando, nel rispetto e distinzione dei ruoli, insieme con tutti voi. Grazie allora di esserci e di poterci animare insieme e promettere che il nostro impegno e dovere è essere persone per gli altri, persone per il nostro popolo, servitori del nostro territorio e rinnovare così il patto socio-educativo che ci lega e costituisce in autorità. Il popolo che siamo chiamati a servire possiede una sua geografia, storia e cultura propria: unica per ricchezza, possibilità, ma anche segnata da particolari squilibri ed ingiustizie che la infettano. Da questo popolo, che è in Gargano, abbiamo ricevuto la chiamata al servizio dell’Autorità ed ottenuto la fiducia, allora è a questo popolo a cui dobbiamo mettere a disposizione i talenti e doni professionali di cui siamo portatori, per cui ci siamo preparati e su cui saremo giudicati dallo stesso popolo.

I tempi ci hanno cambiato: prima la pandemia, poi la guerra nel cuore dell’Europa tra Ucraina e Russia, ed ora il deflagrare della violenza in Medio Oriente e Terra Santa. Guerre che stanno creando divisione tremenda, che mettendo paura e tingono di fosco il futuro. Coscienti di disagi e sofferenze immani, davanti a cui non possiamo nasconderci, né sentirci neutrali, il Natale ci deve vedere tutti impegnati a lottare e a combattere, per usare termini tipici della guerra, ma non per la guerra, bensì per la giustizia, la solidarietà e il ripristino della pace. Non c’è alternativa alla pace, il Papa lo sta ripetendo continuamente, ma questo lo sapevamo già da tempo. La differenza è che non scegliere la pace significa andare verso divisioni sempre più profonde e rischiare oggi addirittura una guerra mondiale nucleare che sarebbe la fine dell’umanità. La guerra cancella l’umanità e anche se non la cancella effettivamente la rende meno umana.

Nell’enciclica Fratelli Tutti al n. 154 Papa Francesco scrive: “per rendere possibile lo sviluppo di una comunità mondiale, capace di realizzare la fraternità a partire dai popoli e nazioni che vivano l’amicizia sociale, è necessaria la migliore politica, posta al servizio del vero bene comune”. Sono parole dallo sguardo universale, ma la loro applicazione può avvenire solamente nelle porzioni di territorio, cultura, società affidata ad ogni legittima Autorità. Per noi si tratta del territorio, società e cultura del nostro amato Gargano!

In collaborazione con l’Amministrazione comunale di San Giovanni Rotondo e diverse Istituzioni della società civile abbiamo vissuto a fine ottobre, in occasione del sessantesimo dell’enciclica Pacem in Terris di Giovanni XXIII, uno straordinario convegno dal titolo Il Poliedro della Pace. Davvero il Gargano per la sua posizione geografica, per la sua storia e spiritualità può essere monito di pace non solo per sé, ma per il mondo intero. I nostri Santi, l’Arcangelo Michele e San Pio da Pietrelcina, ci fanno essere annunciatori e operatori di pace per tutti, fanno del nostro territorio e popolo profeti di pace. La vocazione e missione del Gargano è dire pace, è accogliere i tanti turisti e pellegrini offrendo loro un luogo di pace: essere una “Betlemme”, un Presepio che fa gustare a tutti quelli che lo abitano e visitano il sapore ed il profumo irrinunciabile della pace.

L’esperienza di incontro tra esponenti delle Istituzioni civili e della Chiesa locale, con l’apporto del Comune di Vico del Gargano, ad inizio novembre è stata occasione per ribadire l’alleanza nel lavorare per lo sviluppo e crescita integrale del nostro territorio e popolo. Ringrazio tutti coloro che hanno risposto all’appello certo che si è trattato di un momento che ha rafforzato l’intesa e la collaborazione per il bene comune e la visione di un futuro generante e solidale.

L’iniziativa promossa da Libera e con la collaborazione dell’arcidiocesi dell’11 novembre dal titolo LiberiAmo Manfredonia ha manifestato l’animo vero e genuino dei cittadini della provincia foggiana. Si è trattato di un vero protagonismo di popolo che ha gridato il bisogno di legalità, di libertà autentica e di dedizione per il proprio territorio. Ringrazio le Istituzioni che hanno favorito ed appoggiato l’evento con il loro aiuto e soprattutto con la loro presenza. Come Istituzioni civili e religiose dobbiamo essere fieri del popolo dell’11 novembre, favorirlo nel suo animo, non tradirlo e metterlo nelle condizioni di servirlo con la Migliore Politica, come la chiama sempre Papa Francesco nel quinto capitolo della Fratelli Tutti, perché la politica non può essere solo marketing o peggio maquillage mediatico (FT 197).

Grato per i tre eventi che ho appena ricordato, e sicuro dell’impegno di tutti nel quotidiano vi rileggo un meraviglioso testo del Servo di Dio don Tonino Bello che definisce i politici e persone delle Istituzioni evangelicamente quali operatori di pace.

L’appello di don Tonino è datato il 19 gennaio 1986, ma è profezia e per questo sempre attuale. Ecco le sue parole: “ed eccoci al ruolo degli operatori di pace, cioè i politici: PORTARE OVUNQUE L’ACQUA DELLA PACE. Sono i tecnici delle condutture, gli impiantisti delle reti idrauliche; gli esperti delle rubinetterie. E’ bene sottolineare una cosa: L’acqua è una: quella della pace. Le tecniche di conduzione, invece, cioè le mediazioni politiche, sono diverse. E diverse sono anche le ditte appaltatrici delle condutture. Ed è giusto che sia così. L’importante è che queste tecniche siano serie, intendano servire l’uomo e facciano giungere l’acqua agli utenti.

Senza inquinarla. Se lungo il percorso si introduce del veleno, non si serve la causa della pace.

Senza manipolarla. Se nell’acqua si inseriscono additivi chimici, magari a fin di bene, ma derivanti dalle proprie impostazioni ideologiche, non si serve la causa della pace.

            Senza disperderla. Se lungo le tubature si aprono falle, per imperizia o per superficialità o per mancanza di studio o per difetti tecnici di fondo, non si serve la causa della pace.

Senza trattenerla. Se nei tecnici prevale il calcolo e si costruiscono le condutture in modo tale che vengano interessi di parte, e l’acqua, invece che diventare bene di tutti, viene fatta ristagnare per l’irrigazione dei propri appezzamenti, non si serve la causa della pace.

            Senza accaparrarsela. Se gli esperti delle condutture si ritengono loro i padroni dell’acqua e non i ministri, i depositari incensurabili di questo bene di cui essi devono sentirsi solo i canalizzatori, non si serve la causa della pace.

            Senza farsela pagare. Se i titolari della rete idrica si servono delle loro strumentazioni per razionare astutamente le dosi e schiavizzare la gente prendendola per sete, non si serve la causa della pace.

Si serve la causa della pace quando l’impegno appassionato dei politici sarà rivolto a che le città vengano allagate di giustizia, le case siano sommerse da fiumi di rettitudine e le strade cedano sotto una alluvione di solidarietà, secondo quello splendido versetto del profeta Amos (Am 5, 24): ‘fate in modo che il diritto scorra come acqua di sorgente, e la giustizia come un torrente sempre in piena’.

Perché l’acqua della pace scorra e fertilizzi il nostro territorio, come Istituzioni dobbiamo impegnarci ed essere solidali nel difendere tre temi:

  1. L’ambiente. L’ambiente naturale e culturale in cui viviamo e di cui siamo coltivatori e custodi costituisce la prima ricchezza per un popolo. Qui in Gargano è una ricchezza splendente, percepibile con evidenza immediata, invidiata da chi ci fa visita: ne siamo non padroni, ma responsabili custodi. La materia prima della nostra politica economica è il nostro ambiente, patrimonio diventato universale, riconosciuto come un tesoro di inestimabile ricchezza.
  2. Il Lavoro. Il lavoro non arriva a caso o per semplice ricaduta di azioni pseudo produttive. Il lavoro va pensato, programmato con efficienza e scienza, va favorito da scelte che investono rispettando e costruendo armonia col territorio e la sua storia. Il primo compito della politica è scavare pozzi di lavoro autentico creando le condizioni perché crescano e si moltiplichino imprese serie, creative amanti della città in cui sono poste.
  3. La legalità. Come Istituzioni dobbiamo parlare tutti la stessa lingua affinché si sviluppi una mentalità e cultura capace di schierarsi per la logica della legalità e non dell’interesse individuale e di parte. Perché la legalità eserciti la sua forza positiva e di autentico volano di sviluppo socio-economico e di costruzione della cultura del bene comune, vanno sconfitte il commercio della droga/ghe e il facile uso delle armi. In Gargano c’è troppa droga e sostanze tossiche che condizionano le relazioni e impongono poteri marci e condizionanti il territorio inquinandolo di omertà e malavita organizzata.

Carissime Autorità civili e militari, il nostro amato Gargano ha bisogno di rispetto della bio-diversità, di promozione di una multi-economia, ha bisogno della Migliore Politica: sarà così capace di sviluppare tutte le sue potenzialità che gli offrono il meraviglioso mare, la splendida terra e la millenaria cultura. Il Gargano ha bisogno che si combatta la tendenza a omologare tutto, confondendo uniformità con libertà, ha bisogno di cultura della legalità che educa a relazioni responsabili ed educanti, ha bisogno di ridare ai suoi giovani la certezza che qui, non altrove, c’è possibilità di futuro e sviluppo sostenibile. A tutti noi il dovere di cercare e costruire risposte abili a dare futuro ed esaltare l’animo e la vocazione del popolo e territorio garganico.

Concludo con una citazione di un profeta del secolo passato di cui abbiamo appena celebrato il centenario della nascita: “ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia” (Don Milani).

Buon Natale!

+ p. Franco Moscone crs

Arcivescovo

Manfredonia, 19 dicembre 2023

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