Verso la beatificazione di Madre Elisa Martinez. L’omelia dell’arcivescovo Michele Seccia – il giornale della Arcidiocesi di Lecce

 
 

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Ha avuto inizio ieri sera con la concelebrazione eucaristica presieduta nel santuario di Leuca dall’arcivescovo Michele Seccia, il triduo di preparazione alla Beatificazione della Venerabile Madre Elisa Martinez.

 

 

 

Essa avverrà domenica 25 giugno alle 9 nel santuario di Santa Maria di leuca de finibus terrae durante la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero vaticano delle cause dei santi. Di seguito, Portalecce propone il testo integrale dell’omelia pronunciata ieri sera dall’arcivescovo metropolita di Lecce.

Eccellenza Reverendissima,

Cari confratelli nel Sacerdozio,

Carissime Suore Figlie di Santa Maria di Leuca,

Per me, è motivo di gioia presiedere questa celebrazione con cui iniziamo il triduo in preparazione alla Beatificazione della Venerabile Serva di Dio Suor Elisa Martinez.

La fondatrice delle nostre care suore sarà ora beata: nel 2018 la sua intercessione dinanzi a Dio riuscì a salvare la vita a una bambina. Proprio per questo, Papa Francesco le ha attribuito il miracolo. Questa storia di Suor Elisa e dalla bambina di Loreto ha commosso veramente tutti.

Era il 2017 quando una giovane mamma di Loreto scoprì che la sua bambina (ancora nel suo grembo) era affetta da gravi patologie: le erano state diagnosticate trombosi e occlusione completa calcificata dell’arteria ombelicale sinistra fetale con esteso infarto placentare. Tutte queste patologie avrebbero compromesso in modo serio la vita della bambina, di cui persino la nascita era messa in dubbio. Invece, la bimba è nata completamente in salute il 19 marzo 2018 all’ospedale di Rimini. Per tutto il periodo della gravidanza e poi anche durante il parto, la madre superiora delle Suore Figlie di Santa Maria di Leuca, Suor Ilaria Nicolardi ha condotto una serie di preghiere per chiedere il miracolo per intercessione della madre fondatrice, Suor Elisa Martinez.

Così, il 24 gennaio 2018, alla fine di una novena indirizzata a Suor Elisa presso la sua tomba, i genitori erano andati a fare un’ecografia dalla quale risultavano evidenti i miglioramenti di tutti i parametri della bambina. È inutile dire quale fu la gioia di questa famiglia quando vide la nascita di questa nuova creatura che, contro ogni previsione scientifica, era perfettamente sana.

Non è forse questo un motivo di grande speranza? In questi giorni, l’Ufficio delle letture ci sta presentando le imprese di Gedeone e, ieri, ci ha ricordato un evento che mi ha toccato nell’animo. Il Signore, dopo aver chiamato Gedeone a conquistare i madianiti, gli ebbe a dire qualcosa che suona molto strano ai nostri orecchi: “La gente, che è con te, è troppo numerosa, perché io metta Madian nelle tue mani; Israele potrebbe vantarsi dinanzi a me e dire: La mia mano mi ha salvato. Ora annunzia davanti a tutto il popolo: Chiunque ha paura e trema, ritorni indietro (Gdc 7).

Dunque, Gedeone dovrà partire all’assalto dei madianiti con pochi uomini, perché le truppe di cui dispone sono troppo numerose. Così da 22mila uomini, Gedeone si trova a poter contare con solo 300 uomini. Non sarà follia attaccare l’accampamento di Madian con così pochi uomini?

Ma ancor più strano è l’equipaggiamento degli Israeliti, i quali avanzarono contro i madianiti, non con spade e lance, bensì con le trombe e le fiaccole accese. Ecco il testo biblico: “Le schiere degli israeliti suonarono le trombe e spezzarono le brocche tenendo le fiaccole con la sinistra e con la destra le trombe per suonare…. Mentre suonavano le trombe, il Signore fece volgere la spada di ciascun madianita contro il compagno per tutto l’accampamento” (Gdc 7,20-22).

Ritengo che questo evento del passato sia stato scritto e narrato per noi, oggi, che siamo qui riuniti.

Non è difficile comprendere come le fiaccole accese simboleggino la luce della fede, la lampada della Parola, il fuoco dello Spirito Santo, mentre le trombe da far risuonare rappresentano gli inni della preghiera, le voci della predicazione, il ricordo del giudizio di Dio.

Care Suore, voi siete coloro che hanno ricevuto in eredità specialissima il carisma di Suor Elisa: le vocazioni diminuiscono, le forze vengono meno, l’età avanza, ma non bisogna scoraggiarsi. Voi siete come gli israeliti ai tempi di Gedeone. Il Signore non ha bisogno dei grandi numeri per trasformare la storia, l’Onnipotente non necessita di stuoli di persone dotte e colte per attirare le anime, per compiere prodigi e rinnovare i segni della sua presenza nel mondo. Il Signore cerca in ogni luogo e in ogni tempo, quelle fiaccole accese e quelle trombe squillanti, che sono i santi, i quali, trasfigurati dalla Parola del Vangelo e testimoni credibili della vita nuova, continuano a incendiare il mondo con la carità di Cristo.

Certamente, molti di voi avranno ammirato e fatto esperienza della bellezza di Piazza San Pietro a Roma. L’opera del Bernini, con quelle quattro fila di colonne che delimitano la Piazza, costituisce uno dei capolavori dell’arte di tutti i tempi. Chi cerca di entrare in Piazza da uno dei lati, si imbatte in queste colonne e ai suoi occhi sprovveduti pare che queste siano poste alla rinfusa, a tal punto che bisogna fare un vero e proprio slalom per accedere in Piazza. Voi sapete, però, che vi sono due punti in Piazza, oggi ben segnalati, dove l’osservatore può ammirare tutta la piazza in modo nuovo. Infatti, da quel punto di osservazione, le quattro fila di colonne si allineano e appaiono tutte ben ordinate.

Così avviene per gli uomini di Dio. Immersi nella preghiera, gli eventi caotici del mondo meravigliosamente si allineano e, pur in mezzo ai travagli e alle difficoltà della vita, tutto appare ordinato e tutto diviene Provvidenza. In tal modo, le fiaccole illuminano i cammini degli uomini e le trombe ritornano a suonare le lodi di Dio e la vita religiosa diviene immagine della vita nuova introdotta dal Signore.

Non fu questa la vita e la missione di Suor Elisa? Ella così scriveva alle sue figlie: “La nostra verginità consacrata ci permette di essere feconde in seno alla Madre Chiesa con l’efficacia della nostra preghiera e della santità della nostra vita” (Suor Elisa Martinez, Lettera circolare del 24 aprile 1984).

E sempre suor Elisa, in un’altra lettera, aggiungeva: “la professione religiosa è, come dice il Concilio Vaticano II, il frutto più splendido, più ricco e più maturo della grazia battesimale. Partecipare in tal modo alla celebrazione del mistero di Cristo risorto ci riporta alle origini, alla sorgente della nostra stessa vita di consacrazione. E questo è il significato più vero del “rinnovamento”: farsi nuove creature” (E. Martinez, Lettera circolare del 12 marzo 1978).

Come sappiamo, la giovane Elisa si sentì subito chiamata alla vita religiosa, ma la sua esperienza iniziale ad Angers non fu positiva, anche per motivi legati alla salute. Spinta dall’azione dello Spirito, Elisa, con il primo gruppo di compagne, si diresse a Miggiano, nel bel nostro Salento, che diede i natali a Elisa. Il parroco di Miggiano, don Luigi Cosi, ricevette il gruppo con benevolenza e mise a disposizione una casa che divenne la culla dell’Istituto, che si dedicava alla prima infanzia, alla catechesi nelle parrocchie, all’assistenza delle madri nubili, dei carcerati e dei fratelli emigranti sparsi nel mondo.

Consolidato il primo gruppo e ottenuto il riconoscimento giuridico, la Madre incominciò a preoccuparsi di espandere la sua Comunità e neppure la seconda guerra mondiale riuscì a fermarla. Ancora una volta fu la Provvidenza a guidare i passi della Fondatrice che fondò nuove comunità nel Nord Italia.

La non comune intelligenza e la rapidità delle decisioni operative della Madre hanno impresso allo sviluppo della Congregazione un ritmo accelerato. Dapprima l’Europa, poi l’America del Nord, il Canada, l’India e le Filippine. In queste fondazioni, Madre Elisa accompagnava personalmente le sue Figlie, malgrado le precarie condizioni di salute, i disagi dei lunghi viaggi e i momenti drammatici che non mancarono nella sua vita. Così, ella è divenuta fiaccola accesa e tromba squillante, che risuona qui a Leuca e nei diversi continenti.

La Vergine Maria accompagni il nostro cammino e da questo luogo a Lei dedicato si sparga la benedizione del Cielo sul mondo intero. Amen!

 

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