In cammino con Maria, Madonna della strada – Diocesi Ugento Santa Maria di Leuca

 
 

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Omelia nella Messa della memoria di “Santa Maria della strada”
Piazza Fontana, Taurisano, 7 settembre 2023.

Cari fratelli e sorelle,

da secoli a Taurisano nutrite una filiale devozione verso la Madre di Gesù, venerata con il titolo di “Santa Maria della Strada”[1]. Si tratta di uno dei tanti titoli con il quale la Madonna viene venerata nella nostra diocesi, giustamente definita “mariana” dai miei venerati predecessori. 

La strada verso il Santuario di Leuca 

La sua denominazione e la sua collocazione sono particolarmente significative. Con ogni probabilità, il culto fu introdotto dai pellegrini che attraversavano la via della “Perdonanza” o “Misteriosa”, che dal nord della Puglia portava al Santuario de Finibus Terrae di S. Maria di Leuca. Lungo le antiche direttrici i pellegrini percorrevano la strada verso l’ultimo lembo di terra pugliese affacciato sul Mediterraneo[2]

Si tratta dello stesso itinerario che, come Chiesa particolare, abbiamo nuovamente proposto attraverso l’esperienza dei “Cammini di Leuca” percorrendo le tre direttrici attualmente percorribili che partono da Taranto (via Sallentina) e da Brindisi (via Traiana calabra e via Sallentina) per giungere attraverso percorsi diversi al santuario di Santa Maria di Leuca, situato sul promontorio di Punta Meliso, dove il territorio italiano ha il suo finisterrae, l’estremo confine di fronte al mare. Le tre vie, a circa 10 chilometri dalla meta, convergono a Leuca Piccola (a Barbarano del Capo), un complesso monumentale che mantiene il suo grande fascino grazie alle strutture ben conservate. Giungendo al Santuario della Vergine di Leuca, ci si trova immediatamente affacciati sul Mar Mediterraneo, da sempre luogo di incontro tra popoli per una possibile «convivialità delle differenze», tanto cara a don Tonino Bello. 

Nel 2020, con l’istituzione della “Via Francigena del Sud” e la certificazione di “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa”, l’Assemblea Generale dell’Associazione Europea delle Vie Francigene ha riconosciuto l’itinerario da Roma all’estremità della Puglia verso Gerusalemme, un unico filo che unisce l’Europa da Nord a Sud, da Canterbury a Santa Maria di Leuca.

La Basilica pontificia è il luogo dell’approdo del pellegrino, desideroso di un respiro spirituale intriso di silenziosa preghiera e di profonda gratitudine alla Vergine, sotto il cui dolcissimo sguardo egli brama vegliare, teneramente accolto dalle sue amorevoli braccia materne, e trovare il giusto risposo dopo il suo lungo pellegrinare.

Particolarmente significativi sono i tre portoni in bronzo, la cui realizzazione risale all’anno 2000 in ricordo dell’anno giubilare, per il loro carico di messaggi e significati. Ogni porta, infatti, rappresenta e descrive un messaggio ben preciso: al centro, la porta del cielo dedicata alla Madonna ianua coeli; a destra, la porta dell’Esodo e, a sinistra, la porta di Maria stella maris. Sono tre sentieri che aiutano il senso e il valore dell’orientamento da dare al cammino, considerato in senso antropologico, biblico e cristologico. 

Di questi itinerari, Maria è veramente l’Odegitria, colei che indica la via. Di solito, è raffigurata con la postura della mano destra a indicare Gesù, via che conduce al Padre. A Taurisano, la mano è sostituita dal dito indice, per orientare a Cristo lo sguardo dei fedeli. Santa Maria della strada è la maestra della «retta vita»(Sal 50,23). 

La strada, metafora della vita

Questo primo significato si allarga a indicare un valore antropologico più ampio. Sotto molti punti di vista, la strada è una “metafora della vita”: c’è una partenza, una meta e un percorso da compiere, sfide da superare e direzioni da prendere. Ogni strada è diversa: alcune sono asfaltate e lineari, altre sono dissestate e piene di buche, altre ancora alternano percorsi sicuri a zone danneggiate. Le strade asfaltate ci permettono di avere un passo svelto e sicuro, quelle più impervie richiedono maggior tempo ed impegno, ma ciò non vuol dire che la meta sia irraggiungibile.

Come la strada è carica di tanti avvenimenti, incontri imprevisti ed esperienze inedite, così la vita è una grande avventura, nella quale ognuno insegue il suo progetto e il suo sogno che non sempre riesce a realizzare. La vita offre opportunità impensate, ma riserva difficoltà inattese. Si pensi a quante vite spezzate sulle strade, quanti sogni e quante famiglie distrutte sull’asfalto nero, cupo e freddo.

Nello stesso tempo, la strada indica il percorso interiore, l’incontro che ognuno è chiamato a compiere con se stesso. Si tratta di un’esperienza dello spirito piuttosto che una attività del corpo. «Il vero viaggio di scoperta – afferma M. Proust – non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi». Occorre avere la consapevolezza, come scriveva Thomas Stern Eliot, che «la fine di tutto il nostro esplorare sarà arrivare dove siamo partiti. E conosceremo il luogo per la prima volta». La strada da percorrere diventa una sorta di ritorno al punto di partenza, una ripresa non inutile perché trasforma l’originaria consapevolezza, legata al punto, per scoprire le nostre vere origini.

Insomma occorre percorre la strada della conoscenza e della scoperta di sé, della propria intimità, del mondo interiore dove albergano desideri profondi e grandi aspirazioni. Sperimenteremo così i nostri limiti e le nostre possibilità, il nostro coraggio e la nostra viltà, la nostra capacità di aprirci e donarci agli altri e la nostra tentazione di chiuderci in noi stessi, ricurvi sui nostri problemi. Bisogna invece alzare lo sguardo sul mondo che ci circonda, considerandolo con la simpatia e la generosità che sono necessarie. 

Scopriremo allora la vita nella sua molteplice complessità: le sue sorprese, i tempi che segnano i passaggi tra le diverse età, le esperienze fondamentali della nascita, dell’amore e della morte, le sofferenze e le gioie, le delusioni e le speranze, i momenti di entusiasmo e di fatica, sempre alla ricerca di ciò che è essenziale e necessario, pur con tutte le inevitabili ambivalenze. 

Nel cammino della vita, la Vergine Maria è nostra compagna di viaggio e ci aiuta a scoprire il vero senso dell’esistenza, come insegna il bellissimo film di Fellini, La strada (22 settembre 1954). L’essenza di tutto il film, infatti, risiede nelle parole con cui il Matto consola la protagonista Gelsomina, nel giorno in cui lei si sente inutile. Proprio allora i suoi occhi spaventati incontrano lo sguardo intelligente e divertito del Matto che le dice: «Non ci crederai, ma tutto quello che c’è a questo mondo serve a qualcosa. Ecco, prendi questo sassolino, per esempio. Anche questo serve a qualcosa, anche questo sassolino. E a cosa serve? È Dio che sa tutto: quando nasci, quando muori. E chi lo sa? No, non so a cosa serva questo sassolino, ma a qualcosa deve servire. Deve esistere per qualcosa. Perché se questo è inutile, allora è inutile tutto: anche le stelle. E anche tu servi a qualcosa, con la tua testa di carciofo».

La strada dell’esodo 

La dimensione antropologica della strada si salda con quella biblica. Nell’Antico Testamento, la strada da percorrere è quella dell’Esodo quando Dio, dopo aver liberato il popolo dalla schiavitù egiziana, gli tracciò una via nel deserto, per farlo entrare nella terra promessa. Si tratta di un’esperienza di liberazione e di raggiungimento del fine del cammino. Questa esperienza conserva, nella memoria degli israeliti, il proprio carattere fondamentale fino ad assumere una funzione esemplare attraversando tutta la letteratura biblica non solo in quanto evento costitutivo della nascita del popolo ebraico, ma anche come simbolo dell’in­tera storia della salvezza, culminata nel mistero pasquale. 

L’Esodo è l’esperienza del popolo pellegrino che cammina dietro il suo Signore. Dio non è immobile, si accompagna al cammino del popolo, sostiene il suo pellegrinare e lo preserva dalla tentazione di desistere, di tornare indietro, di lasciar perdere di fronte alle difficoltà. Cammina davanti a indicare la direzione del percorso e lo segue perché non si smarrisca nel deserto, ma  raggiunga la terra promessa. 

La strada dell’Esodo è la via della sapienza (Pr 3,17; 4.11; Sir 6,26) e dell’itinerario di fede. Di questo cammino la Vergine Maria è il modello esemplare. Maria, la credente, «in peregrinatione fidei processit»(«avanzò nel pellegrinaggio della fede»)[3]. Il cammino di fede ha guidato l’esistenza di Maria. Ella non aveva chiaro tutto dall’inizio, non comprendeva perfettamente il senso della sua vocazione e non sapeva in anticipo come si sarebbero svolti gli eventi. Camminava nella fede, fidandosi di Dio. Dopo la Pasqua di risurrezione, arriverà a comprendere il senso del mistero, alla luce della vita di suo Figlio. 

Anche noi, come Maria, dobbiamo camminare giorno per giorno in situazioni spesso incomprensibili, sempre fidandoci di Dio. Per questo dobbiamo conservare e meditare tutti gli eventi della nostra vita e le parole che ci sono rivolte. Se anche il senso di tutto non ci è subito palese, cercheremo di renderlo chiaro alla luce di Dio e dell’esempio di Maria.

La strada verso Gerusalemme  

La strada dell’Esodo è percorsa anche da Gesù. I Vangeli, in particolare Marco e Luca, indicano la via seguita da Gesù che lo conduce a Gerusalemme dove compie la volontà del Padre. Gesù stesso è la via che conduce al Padre (cf. Gv 14, 4-6), via sicura perché egli è anche verità e pienezza di vita. La sua via è, nello stesso tempo via crucis e via lucis.

Negli Atti degli apostoli, i credenti sono chiamati “quelli della Via”, coloro cioè che hanno fede in Gesù, lo seguono e fanno proprio il suo modo di vivere (cf. At 9,2; 19, 23; 24,14). La strada non è più la Legge antica, ma la persona di Cristo, crocifisso e risorto (cf. Gv 14,6). È lui, secondo l’apostolo Paolo, “Via sublime” (1Cor 12,31), la via che si snoda lungo il comandamento della gratuità dell’amore. Di questa via, Maria è la discepola prediletta e la maestra che spalanca al credente la sapienza della vita. 

La strada della nostra fede

Santa Maria della Strada ci mostra Gesù come la via da percorrere. Parafrasando la metafora biblica della strada, indico i quattro atteggiamenti fondamentali del nostro percorso di fede: scegliere di “farsi pellegrini”; prepararsi a partire; imparare a camminare insieme; desiderare la meta.

La sorgente vitale di ogni viaggio sta nella decisione di “mettersi in cammino” e di accettare lo status proprio del pellegrino con tut­te le necessarie rinunce. Si diventa “viaggiatori secondo il cuore di Dio” solo se si sceglie intimamente di partire e se tale scelta coinvolge tutta la persona.

Dalla decisione del cuore si passa all’aspetto operativo. Anch’esso non privo di difficoltà. Chi si accinge a partire per un viaggio deve portare con sé il necessario, svuotarsi delle comodità, e avere chiara la fi­nalità della meta e i mezzi per raggiungerla. L’immagine dello zaino evoca la capacità di “fare sintesi”. Il viaggio della vita implica l’essenzialità, ed è contrassegnato dall’impre­vedibilità.

Alla preparazione segue la partenza, cioè il distacco dalle pro­prie certezze umane e dalla propria terra. Lasciare una parte della propria storia per affidarla a Colui che ci ha chiamato è la condizio­ne ineludibile del viaggiatore. La partenza costituisce la prima grande risposta all’appello di Dio e implica l’abbandono delle proprie comodità e la speranza di poter superare la prova per conquistare la meta.

Non c’è viaggio senza una strada da per­correre, come non c’è strada senza fatica e stanchezza. La ricerca di senso, il bisogno di giustizia e di verità, la voglia di scoprire e costruire amicizie sincere, la capa­cità di rispondere all’appello di Dio costituiscono gli aspetti cruciali dell’itinerario educativo, vissuto “insieme” in uno stile di fraternità. Sulla strada non si è soli, ma si sperimenta la compagnia di altri fratelli e sorelle. Si fa conoscenza degli altri, s’instaurano legami, si condivide la fatica e la festa, e si pregusta l’incontro finale. 

Il viaggio, infatti, è orientato verso una meta. La Madonna della Strada indica come approdo finale il santuario della Vergine di Leuca: luogo del ringraziamento a Dio, della preghiera fiduciosa, della memoria del proprio passato, dell’invito alla conversione continua; “punto di arrivo” per ripartire con il cuore trasformato. La condizione umana, infatti, rimane sempre quella dell’«homo viator» (G. Mar­cel) e del “pel­legrino” (peregrinus = “ire per agros”: andare attraverso i campi). Essa non è circoscritta dai limi­ti della città degli uomini, ma è dinamica e sempre in cammino verso la patria celeste (cf. Ef 2,12).  

Affidiamoci a Maria e, invocandola come Madonna della Strada, chiediamo che ci accompagni nel nostro cammino. 

O Maria, Madonna della Strada,
pellegrina della fede,
accompagnaci sulle vie del mondo.
Insegnaci la strada dell’amore, per essere capaci di amare sempre.
Insegnaci la strada della gioia, per poter rendere felici gli altri.
Insegnaci la strada della pazienza, per poter accogliere tutti con generosità.
Insegnaci la strada della bontà, per servire i fratelli che sono nel bisogno.
Insegnaci la strada della semplicità, per godere delle bellezze del creato.
Insegnaci la strada della mitezza, per portare nel mondo la pace.
Insegnaci la strada della fedeltà, per non stancarci mai nel fare il bene.
Proteggi in particolare quanti hanno la strada
come luogo di lavoro, d’impegno, di viaggio e di pellegrinaggio,
o sono alla ricerca dei beni più grandi per una vita degna e benedetta.
Assistici col tuo materno aiuto e allontana da noi ogni pericolo
perché possiamo costruire un mondo di verità, di amore e di pace,
sostenuti dalla preghiera che innalziamo a te con gioia.
Amen.


[1] Cf. Aa.Vv., Santa Maria della strada. Sulle tracce della memoria: rito, credenza e tradizioni, Atti del Convegno di Studi a cura di Antonio Ciurlia, Taurisano settembre 1999, Associazione Culturale Odigitria, 2000; Aa.Vv., “Nuovi Studi sulla Chiesa di Santa Maria della Strada di Taurisano, a cura di A. Ciurlia, Atti dei Convegni di Studi II, III, IV, (Taurisano, 7 settembre 2000 – 10 settembre 2001 – 11 settembre 2004), Associazione culturale Odigìtria 2013.

[2] Cf. E. Sarcinella, La via dei pellegrini, Editrice Salentina, Galatina 2007.

[3] Lumen gentium, 58.

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