Una reciproca relazione di amore – Diocesi di Andria

 
 

Letture:
Es 34,4-6.8-9
Dn 3
2Cor 13,11-13
Gv 3,16-18

Carissimi fratelli e sorelle,
dopo aver celebrato i misteri della vita di Gesù nel corso dell’anno liturgico, dopo aver accolto lo Spirito Santo nella Pentecoste, oggi contempliamo il mistero del Padre, del Figlio e dello Spirito: un “solo Dio e un solo Signore, non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza”, come pregheremo nel prefazio. Sì, la domenica della Santissima Trinità, in un certo senso, ricapitola tutta la rivelazione di Dio avvenuta nei misteri pasquali: morte e risurrezione di Cristo, sua ascensione alla destra del Padre ed effusione dello Spirito Santo.

Santissima Trinità! Tre persone: Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo in un’unica natura, nell’unità perfetta, in una reciproca relazione di amore. Tre persone: una con l’altra, una per l’altra, una nell’altra. Carissimi, la Trinità è davvero un mistero altissimo, perché insondabile all’intelligenza umana. E, forse per questo, ci lascia talvolta indifferenti. Eppure si tratta del mistero fondamentale della nostra fede. La Trinità non è solo un mistero da contemplare, ma è soprattutto una verità da vivere consapevolmente ogni giorno. Se ci pensiamo, infatti, La giornata del cristiano, inizia tracciando su di noi il segno della croce: nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; e si conclude sigillata dallo stesso segno e dalle stesse parole.

Dal battesimo alla morte la nostra esistenza è contrassegnata dal sigillo della Santa e Beata Trinità. La preghiera liturgica è sempre orientata alla Santissima Trinità: al Padre, nel Figlio, per mezzo dello Spirito Santo. Chi vive la liturgia della Chiesa si accorge che il nostro tempo e tutte le nostre liturgie sono segnate dal mistero trinitario.

La celebrazione della Santissima Trinità ci invita dunque ad entrare nell’esperienza del mistero di Dio per incontrarlo come colui che dà luce che dà senso alla nostra vita, come il calore che dà gusto a ciò che è freddo e insignificante, come libertà in cui la nostra vita diventa continuamente nuova.

La nostra società secolarizzata, che ha cantato l’eclissi del sacro e la morte di Dio, in realtà oggi grida e invoca la sua presenza. L’incontro con Dio è la sorpresa più bella che l’uomo possa avere, la più felice e la più esaltante: la familiarità e la comunione col mistero di Dio che è Padre, Figlio e Spirito.

La festa della Trinità è dunque un invito forte per noi tutti a vivere la stessa vita di Dio. Il Signore realizza la salvezza raccogliendo gli uomini e le donne attorno a sé in una grande e sconfinata famiglia. E poi, il nostro destino di creature umane, fatte a somiglianza del Creatore, non si esaurisce nel tempo, ma raggiunge le altezze di Dio che si è abbassato fino a noi in Cristo e ora ci attira in alto con l’azione potente dello Spirito, là dove “saremo sempre col Signore…” (1Ts 4,17).

         Rivelandoci dunque il mistero della Santa e Beata Trinità Gesù ha introdotto noi uomini nella famiglia dei figli di Dio. E così la storia dell’uomo è diventata una storia d’amore. La Trinità ci racconta di un Dio che non è solitudine, ma comunione! Anche noi siamo chiamati a diventare una parabola di comunione, artefici convinti e instancabili di comunione.

         La festa della Trinità è dunque l’esplosione della bellezza e della novità di Dio. Gesù ci rivela che il Volto di Dio è amore, festa, amicizia, comunione, famiglia! La festa della Trinità riporta tutti al fondamento della fede, alla scoperta di quel Dio che è amore e che crea l’uomo a Sua immagine e somiglianza. La Sua impronta, la Sua immagine perciò è in tutti noi!

         Oggi adoriamo l’unico Dio in tre persone e l’adorazione si fa stupore grato dinanzi al dono incredibile di essere noi immagine viva di Lui.

Per i discepoli di Gesù, Dio ─ il Dio dei padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio che ha fatto uscire Israele dalla schiavitù e che gli ha donato la Legge di vita al Sinai ─ è Uno e si è manifestato in pienezza in Gesù, Signore e Salvatore. E conoscendo il Figlio, in lui possiamo anche conoscere il Padre e lo Spirito Santo.

Si potrebbe dunque dire che la festa della Santa e Beata Trinità irradia con la sua luce tutti i giorni dell’uomo invitandolo a iniziare e a portare a compimento le opere e i giorni sempre e solo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Potremmo dunque dire che la liturgia di oggi attira la nostra attenzione non tanto sul mistero, ma sulla realtà di amore che è contenuta in questo primo e supremo mistero della nostra fede. Un amore che non deve finire mai di stupirci, di attrarci e di modellare il nostro cuore e la nostra vita.


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