Madre Teresa, don Tonino e “l’errore” di Barbero – Diocesi Ugento Santa Maria di Leuca

 
 

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Articolo del Vescovo apparso su “Nuovo Quotidiano di Puglia – Lecce”
mercoledì 13 dicembre 2023, pp. 1 e27.

Don Tonino Bello è un santo del Medioevo? L’interrogativo potrà sembrare un po’ bizzarro. A me, però, è balzato subito alla mente, dopo aver ascoltato l’intervista televisiva al professor Alessandro Barbero e aver letto l’articolo dedicato alla relazione che egli ha tenuto al Petruzzelli di Bari, domenica 10 dicembre, nella rassegna “lezioni di storia”[1].  

La relazione del professor Barbero, noto storico medievista, riguardava Madre Teresa di Calcutta. A suo giudizio, «Madre Teresa voleva essere santa come san Francesco. Un atteggiamento che possiamo definire medievale (sic!). Ecco perché alla fine, secondo me, non è stata capita. E Madre Teresa voleva essere santa per un amore sfrenato verso Gesù. Attenzione: verso Gesù, non verso i poveri in quanto tali. Madre Teresa aveva questa capacità di impregnarsi di Gesù, di credere, fino allo spasimo, che in Gesù c’è tutto: la salvezza e, insieme, l’essere santi per imitarlo».

A scanso di equivoci e per rincarare la dose circa la particolare modalità perseguita da Madre Teresa per incamminarsi sulla via della cosiddetta “santità medievale” (sic!), il relatore ha aggiunto che «Madre Teresa non è un personaggio moderno» e che la povertà «oggi è possibile amarla se sei una santa medievale, perché invece tutti noi siamo convinti che la povertà vada combattuta. Per questo Madre Teresa è stata criticata. Lei addirittura diffidava dell’altruismo. C’è una sua intervista in cui le chiedono: ma non c’è pericolo che poi la gente, seguendo il suo esempio, si convinca che bisogna appunto fare il bene così per amore dei poveri, per altruismo? E lei risponde: non è per l’altruismo ma per amore di Gesù che bisogna amare i poveri. Ecco perché Madre Teresa è una figura fuori dal tempo».

Facciamo qualche puntualizzazione. Intanto, non si può non ammirare l’onestà intellettuale del professor Barbero. Egli riconosce che la santità di Madre Teresa trova il suo fondamento nel rapporto d’amore con Gesù, nella sua «capacità di impregnarsi di Gesù». Faccio notare che il termine “impregnarsi” è messo in corsivo per sottolineare l’insistenza e l’importanza che il relatore annette alla sua interpretazione circa la visione e il valore della santità di Madre Teresa. Effettivamente è così. La santità, in primo luogo, non è fare del bene a qualcuno, ma vivere una intima relazione d’amore con Gesù. Il resto è secondario e ne deriva come logica conseguenza. 

Il professore Barbero però sbaglia quando pensa che questa sia una santità di tipo “medievale”. Cade in questo errore forse per la sua formazione professionale. La verità è che l’amore a Cristo è la sostanza della santità valida in tutti i tempi, anche se può assumere forme differenti nelle diverse età della storia. L’elemento centrale rimane sempre «l’amore sfrenato per Gesù» e «l’impregnarsi di Gesù». Dispiace dirlo, ma appare evidente che, anche un professore del calibro di Alessandro Barbero, mostra una conoscenza superficiale del cristianesimo. 

Soprattutto manifesta in modo evidente l’equivoco fondamentale che si è creato con l’avvento della modernità. In essa, la fede in Cristo è diventata un fatto privato e la carità ha assunto solo il valore di solidarietà con gli uomini. Mentre il cristianesimo predica il primato assoluto di Cristo, il mondo moderno pone come valore centrale l’uomo. Una dicotomia subdola e, per certi versi, insanabile. In realtà, il primato che il cristianesimo dà all’amore verso Cristo non è in alternativa all’amore verso gli uomini, ma è subordinato. Il comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo è “un unico e inscindibile comandamento”. Ontologicamente viene prima l’amore verso Dio, esistenzialmente quello verso il prossimo. Il cristiano ama il prossimo non senza Cristo, ma «in Cristo, per Cristo e con Cristo». 

Poiché la modernità ha reso la fede un fatto privato, non le è rimasto altro se non il comandamento verso il prossimo senza alcun riferimento a Dio e a Cristo. In questo senso, Madre Teresa pur ammirata, viene criticata e considerata come una santa “medievale”. Per essere apprezzata dal mondo moderno, avrebbe dovuto professare solo la “religione dell’altruismo”, senza alcun riferimento a Dio e a Cristo. 

E don Tonino Bello cosa c’entra con questo discorso? Semplice, anche lui è sulla stessa linea di Madre Teresa. Consiglio al lettore di fare questo esercizio: rileggere le frasi del professor Alessandro Barbero che ho precedentemente citate e messe tra virgolette e sostituire il nome di Madre Teresa con quello di don Tonino. Il discorso non cambia di una virgola. Anche lui è santo non perché ha fatto qualcosa per i poveri, ma perché era «impregnato di Gesù». E se ha fatto qualcosa per i poveri, lo ha fatto per il suo «sfrenato amore per Gesù». Anche il suo impegno per la pace è subordinato al suo rapporto con Cristo. Questo breve articolo non consente di citare tutte le espressioni che confermano questa visione. E allora, diremo che anche don Tonino è un santo «medievale»?

La questione che qui stiamo trattando non è di poca importanza. Riguarda il senso e il rapporto del cristianesimo con il mondo moderno e l‘interpretazione che la cosiddetta mentalità “laica” è disposta ad accettare del cristianesimo. Sinteticamente si può dire che essa “laicizza” i valori cristiani, relegando la fede e la relazione con Dio e con Cristo a un fatto personale e intimo senza alcuna rilevanza sociale. Ciò che conta è solo quello che si fa per gli altri!   

Faccio un appello a tutti gli “ammiratori” di don Tonino: quale don Tonino volete quello “medievale” o quello moderno? Soprattutto domando: don Tonino avrebbe detto le stesse cose di Madre Teresa o avrebbe messo da parte Cristo e, per compiacere il mondo moderno, avrebbe professato la “religione dell’altruismo”? E in ultimo chiedo: tutta l’ammirazione per don Tonino si fonda sulla sua fede e sul suo «amore sfrenato per Gesù» o solo (dico solo!) sul suo impegno a favore dei poveri, degli ultimi e della pace? Se fosse solo per questo secondo motivo, si può stare certi che si sta parlando non del don Tonino “storico”, quello che è realmente esistito, ma del don Tonino “mediatico”, quello che esiste solo nella mente dei suoi moderni estimatori.     


[1] Mi riferisco all’intervista di Fulvio Colucci ad Alessandro Barbero dal titolo «Madre Teresa? Santa del Medioevo. I poveri bisogna amarli e battersi per loro», in “La Gazzetta del Mezzogiorno”, lunedì, 11 dicembre 2023, p. 16.

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