Programma pastorale anno 2023/2024 – Diocesi Ugento Santa Maria di Leuca

 
 

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Premessa

Il terzo anno del cammino sinodale delle Chiese in Italia è dedicato al tema del discernimento ecclesiale di quanto è emerso nei due anni precedenti caratterizzati dall’ascolto vissuto nei cantieri sia a livello parrocchiale che diocesano.

In questo tempo di ascolto è emerso il desiderio di una Chiesa come “casa accogliente”, che punta sui rapporti più che sull’organizzazione, sui volti più che sui programmi, sulla relazione e sullo stile di Gesù più che sulle strategie e gli stili mondani.

La programmazione per l’anno pastorale 2023/2024 intende richiamare alcune idee di fondo: la centralità della Domenica, la famiglia, i giovani. 

Queste attenzioni si focalizzano su tre luoghi, simbolo dell’agire pastorale, delle comunità parrocchiali: la chiesa, la casa, l’oratorio.

Pertanto, vengono proposti come obiettivi concreti “lo stile di prossimità” e “la formazione alla vita di fede”, sui quali le comunità parrocchiali, con intelligenza e passione pastorale, dovranno individuare quelle strategie, frutto del discernimento ecclesiale, con cui attuare la “conversione pastorale e missionaria” delle parrocchie auspicata da Papa Francesco.

  1. La chiesa, luogo della comunità cristiana per la celebrazione del mistero di Cristo.

Ogni anno la liturgia ci propone, nella sera di Pasqua, il brano evangelico dei discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-35). Attraverso la meditazione e la riflessione su questa stupenda pagina del vangelo di Luca vogliamo rimettere l’Eucarestia al centro di tutta la vita pastorale delle nostre comunità. 

La liturgia, specialmente quella domenicale, insegna il Concilio Vaticano II, “è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia. Il lavoro apostolico, infatti, è ordinato a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla mensa del Signore” (SC 10). 

La vita delle comunità parrocchiali è caratterizzata dalla Domenica, giorno del Risorto, e dalla celebrazione Eucaristica con cui il Signore Gesù, risorto dai morti, si rende presente in mezzo a noi, cammina con noi, illumina la nostra vita con la sua Parola di verità e ci nutre con il Sacramento del suo amore.

2. La casa, luogo della famiglia per la formazione alla vita di fede dei figli.

È fondamentale che le comunità ecclesiali accrescano la consapevolezza del loro com­pito educativo e siano sempre più attente alla formazione della persona e alla vita cristia­na. Il vescovo Angiuli, a conclusione della sua prima visita pastorale, ci ha consegnato il documento “La parrocchia comunità che educa con gioia e passione” mettendo in luce che l’arte educativa è la peculiarità di ogni comunità ecclesiale.

Si avverte l’importanza di ripensare la formazione della vita cristiana in modo maggiormente integrato e comunitario. È decisivo curare la formazione alla vita cristiana in tutte le età della vita. 

In concreto si propone di porre attenzione alla formazione delle giovani famiglie con percorsi che coinvolgano i genitori dei bambini dai 0 ai 6 anni. La Chiesa Italiana ha offerto un catechismo per questa fascia d’età dei bambini, che è un tesoro prezioso per l’educazione alla vita di fede dei genitori.

La famiglia e i giovani, come esorta continuamente il nostro vescovo, devono essere le attenzioni continue nella pastorale ordinaria. Infatti, più volte ci ha ricordato che il percorso di vita cristiana inizia col Sacramento del Matrimonio, continua con il Battesimo dei figli, si prolunga nella catechesi ai ragazzi con l’itinerario dell’iniziazione cristiana e si approfondisce nell’età giovanile. 

Si tratta di attuare una “pastorale integrale e circolare” che fa leva sul matrimonio come punto di partenza e di arrivo. Nonostante la crisi che la famiglia attraversa, anzi proprio a motivo di questa crisi. 

Il Catechismo della Chiesa cattolica, infatti, afferma: “L‘Ordine e il Matrimonio, sono ordinati alla salvezza altrui. Se contribuiscono anche alla salvezza personale, questo avviene attraverso il servizio degli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa e servono all’edificazione del popolo di Dio” (CCC 1534).

In tal modo si crea una forma di circolarità tra la vita e la fede, quasi una linea continua nella formazione alla vita di fede nelle diverse età della persona umana.

I parroci, unitamente agli operatori della pastorale familiare, curino maggiormente i percorsi di preparazione al Matrimonio nella forma dell’accompagnamento spirituale per la riscoperta della propria fede cristiana, la bellezza del sacramento del matrimonio, la gioia della vita matrimoniale e la sua feconda testimonianza sociale.

Tenendo conto che le mutate condizione di vita sociale e lavorativa creano una maggiore mobilità delle persone è necessario diversificare la proposta formativa con modalità più corrispondenti alle esigenze dei tempi di oggi.

L’Ufficio di pastorale familiare darà indicazioni precise riguardo alla formazione degli operatori e alla organizzazione dei percorsi di preparazione alla vita matrimoniale a livello parrocchiale e diocesano.

Gli Uffici, Catechistico, Liturgico e di pastorale familiare, organizzeranno un convegno diocesano, entro il mese di Novembre, per educatori e animatori della catechesi per presentare proposte pastorali atte a tradurre l’obiettivo proposto riguardante l’accompagnamento dei genitori ad educare agli atteggiamenti di fede i figli della fascia 0 – 6 anni. 

3. L’oratorio, luogo per la formazione alla missione secondo lo stile di prossimità.

Questa area d’azione concreta ci chiede di fare nostro lo stile di prossimità di Gesù come condizione per il rinnovamento della missione della Chiesa oggi.

Le nostre comunità, grazie alla loro storia e alla loro vita, sono ben radicate nel territorio in cui sono presenti ed agiscono. 

Il nostro territorio è caratterizzato da una popolazione sempre più anziana, da una forte denatalità e dalla fuga dei più giovani verso altri luoghi al Nord del Paese o all’estero per ragioni di studio e di lavoro; inoltre, anche nei nostri piccoli paesi, a causa della persistente crisi economica e migratoria, aumenta il numero degli immigrati e di coloro che vivono in stato di bisogno o sulla soglia della povertà effettiva.

La Caritas diocesana attraverso la Fondazione “De Grisantis” e gli enti gestori – Ass. Form.Ami, Banco delle Opere di Carità Puglia e Coop Soc. Ipad Mediterranean – da diversi anni cerca di sovvenire ai tanti bisogni con diverse progettazioni soprattutto per l’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani disoccupati o inoccupati; accompagnando le Caritas parrocchiali e altri Enti, pubblici e privati, per il sostegno delle famiglie in stato di povertà. 

In questo contesto, le Caritas parrocchiali e l’Oratorio, devono concretamente polarizzare le energie pastorali delle comunità parrocchiali per creare un continuo dialogo educativo con il proprio territorio.

Le Caritas parrocchiali, da costituire in ogni parrocchia con l’avvio della formazione dei volontari per la costituzione del Centro di Ascolto attraverso il supporto di OSPOWEB, siano attente all’ascolto delle povertà; non si limitino ad un’opera assistenziale ma a pianificare interventi educativi secondo i concreti bisogni delle persone.

Il Concilio Vaticano II ricorda che: “Occorre perciò che sia reso accessibile all’uomo tutto ciò di cui ha bisogno per condurre una vita veramente umana (…) Per raggiungere tale scopo bisogna lavorare al rinnovamento della mentalità e intraprendere profondi mutamenti della società. Lo Spirito di Dio, che con mirabile provvidenza dirige il corso dei tempi e rinnova la faccia della terra, è presente a questa evoluzione.” (GS 26). 

L’Oratorio parrocchiale, presente in moltissime comunità, diventi il luogo per un nuovo laboratorio di dialogo intergenerazionale tra anziani e ragazzi, attraverso la presenza qualificata di educatori e animatori.

Occorre pensare l’Oratorio come uno spazio aperto alle persone anziane, sempre più isolate nelle loro case, coinvolgendole con le loro competenze e qualità, nel dialogo educativo con i più giovani, come già avviene nei Grest estivi e nei campi-scuola parrocchiali.

Pertanto, si invitano le comunità parrocchiali, dotate di oratorio o di spazi sociali, ad elaborare delle progettualità in cui rendere intergenerazionali tali spazi, con una attenzione particolare alla valorizzazione degli anziani e delle persone fragili della comunità. 

4. Il Giubileo del 2025

L’anno pastorale 2023/2024 si caratterizza anche come l’anno di preparazione al Giubileo del 2025 il cui tema sarà: “Il cammino della Speranza”. 

Il Comitato centrale del Giubileo ha già stilato un programma delle iniziative giubilari a livello della Chiesa universale che inizierà con l’apertura della Porta Santa a Roma nella notte di Natale del 2024. Le chiese particolari sono invitate ad intensificare la preghiera, specialmente a livello comunitario, come segno concreto di preparazione al Giubileo della Speranza del 2025.

Nel corso dell’anno saranno date indicazioni specifiche su alcune iniziative di preghiera a livello diocesano.

Conclusione

Gli obiettivi proposti devono essere il frutto del discernimento ecclesiale di tutti i componenti della comunità. 

Il parroco insieme ai collaboratori pastorali laici e consacrati, nel Consiglio pastorale e nell’assemblea parrocchiale, dopo l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera e il confronto fraterno, individuino quelle azioni concrete perché gli obiettivi indicati diventino buone prassi pastorali.

Sarebbe opportuno che, entro il mese di Marzo, presso l’Ufficio di pastorale diocesano si consegni una relazione che illustri le iniziative proposte e realizzate.

Nel mese di Giugno vivremo un momento diocesano, denominato il “Festival delle buone prassi pastorali” per presentare e condividere le diverse esperienze attuate, quale segno di comunione ecclesiale.

Ugento, 28 settembre 2023

                                                                                   Gli Uffici per la pastorale

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